Innescata una vertenza in tribunale con la società americana degli autori ASCAP, la Web radio Pandora intende portare avanti la sua guerra alle royalty troppo "esose" richieste da editori, case discografiche e artisti. Tanto che il suo obiettivo a breve termine, ha spiegato il direttore finanziario della società Mike Herring durante una conferenza con gli investitori a Dana Point, California, è di ridurre di un terzo, in percentuale, i pagamenti ai titolari dei copyright musicali passando dal 60 al 40 per cento dei ricavi. Nell'ultimo trimestre, ha spiegato Herring, i costi "musicali" hanno inciso per il 61 per cento sul fatturato globale, 125,1 milioni di dollari, contro il 59 per cento nello stesso periodo dell'anno precedente. Un altro elemento di relativa debolezza del modello di business è rappresentato dalla esiguità degli introiti pubblicitari, l'1 per cento del mercato Usa mentre in termini audience Pandora vale già l'8,5 per cento del mercato radiofonico statunitense: grazie a spot "mirati" e interattivi, la società spera di riuscire a colmare progressivamente il gap tra i due parametri. Meno di due settimane fa il presidente e amministratore delegato Joe Kennedy ha annunciato le sue dimissioni dalla Web radio fondata da Tim Westergren, che vanta oggi 66 milioni di ascoltatori "attivi" e ha aperto di recente in Australia e in Nuova Zelanda.