Si è estesa agli Stati Uniti l'inchiesta sulle presunte irregolarità contabili e finanziarie commesse dalla società francese ai tempi in cui era guidata da Jean-Marie Messier (vedi news). La notizia è stata confermata dai portavoce della stessa Vivendi Universal che in una breve nota informa che l'investigazione informalmente avviata a Miami dalla Commissione Titoli e Borse è coordinata con un'inchiesta ufficiale aperta presso l'avvocatura dello Stato nel distretto Sud di New York (dunque un organo governativo) a cui la società, recita il comunicato, intende fornire “piena cooperazione”. <br> Secondo il Wall Street Journal l'inchiesta, destinata a far luce sui bilanci di Vivendi, è scattata nel momento in cui la multinazionale transalpina si è messa in moto per rastrellare i finanziamenti (4 miliardi di dollari) necessari a mantenere una quota di controllo nella società di telecomunicazioni Cegetel, una delle poche aziende del suo portafoglio che ancora generano profitti e liquidità in questo momento congiunturale. Sono stati gli azionisti francesi del gruppo a innescare tutto il procedimento, ricorrendo in prima istanza al tribunale di Parigi: secondo la loro tesi, già resa pubblica in varie occasioni (vedi news), Messier e il suo staff avrebbero fatto circolare informazioni scorrette sullo stato finanziario del gruppo nonché dati di bilancio falsificati al fine di convincere gli investitori a conservare le loro azioni o ad acquistarne di nuove. Già nel mese di luglio (vedi news), le autorità di Borsa francesi avevano avviato un'inchiesta destinata ad appurare la veridicità delle affermazioni di Messier, estromesso quello stesso mese dal consiglio di amministrazione e bersaglio a sua volta di azioni legali intraprese da alcuni azionisti americani del gruppo.