Il sito di file sharing musicale, che da qualche tempo si fa chiamare Madster (vedi news), dovrà fare il “poliziotto” in rete, facendo piazza pulita di tutti i file audio illegalmente scambiati attraverso il suo network elettronico. Lo ha deciso lo stesso giudice dell’Illinois, Marvin Aspen, che il 4 settembre scorso (vedi news) aveva accordato ad editori musicali e case discografiche americane un’ingiunzione preliminare destinata ad impedire che Aimster, in attesa di un processo, continuasse a “facilitare violazioni dei copyright su larga scala”. Ora il provvedimento esecutivo è arrivato, e la Corte di giustizia ha intimato alla Web company di attivare sul sito le tecnologie che permettono di “filtrare” ed espellere dal Web i brani musicali protetti da copyright. <br> In base all’ordinanza emessa dal giudice Aimster dovrà impedire ai suoi utenti di caricare e scaricare in rete opere protette, interrompendo immediatamente il servizio se non sarà in grado di bloccare fin da subito ogni genere di traffico illecito; la società dovrà inoltre aggiornare periodicamente la Corte sui risultati delle azioni intraprese per impedire lo scambio e la copia illegale di musica e altre opere dell’ingegno attraverso le sue infrastrutture di rete. <br> “L’ordinanza del giudice Aspen mette in chiaro una volta di più che gli strumenti tecnologici per fermare l’uso improprio di beni protetti da copyright ci sono e vanno usati”, ha commentato il presidente della RIAA Cary Sherman. “Gli altri network peer-to-peer illegali presenti in rete”, ha aggiunto, “farebbero bene a prenderne nota”. Nessun commento ufficiale, per il momento, dai portavoce di Aimster, che avevano sostenuto l’impossibilità di esercitare un controllo su tutto il materiale che circola sul loro network.