Vdio, il servizio di streaming televisivo studiato da Rdio, una delle società di punta sul panorama mondiale della radiofonia online, è stato inaugurato ieri sui mercati statunitense e britannico: l'accesso ad una preview della piattaforma per il momento è stato assicurato agli abbonati Rdio, che - come recita il comunicato diffuso dalla società in occasione del debutto sul Web - potranno "comprare, noleggiare o scambiare i propri film e programmi preferiti in tempo reale". Vdio, è bene chiarirlo, non si pone come un concorrente di Netflix: "Conosciamo quali siano le sfide in ambito di licenze e di veicolamento dei contenuti, soprattutto sul versante televisivo", ha dichiarato l'amministatore delegato della società Drew Larner al Guardian: "Il nostro obbiettivo è quello di lanciare contenuti migliori e più freschi su una piattaforma di intrattenimento globale. Sappiamo bene - saremmo ingenui se non ne fossimo al corrente - di entrare in competizione con giganti come Apple, Google e Amazon: tenteremo tutte le vie possibili fino ad elaborare la combinazione perfetta tra i servizi Rdio e Vdio. Non è una cosa che succederà domani, ma è una cosa che vedremo accadere in futuro". In effetti le questioni sul tavolo di Larner sono molte e piuttosto complesse: l'operatività multipiattaforma implica necessariamente il raggiungimento di accordi su più livelli con diversi interlocutori (nello specifico, detentori dei diritti su musica, film e programmi televisivi, oltre che agli altri attori che compongono la filiera che porta un contenuto sul dispositivo del fruitore) che permetta un'equa ripartizione degli utili tra gli stessi.