Bon Jovi, Eve, India.Arie ed Enrique Iglesias sono gli artisti che hanno tenuto alta la bandiera della major franco-americana nel terzo trimestre del 2002: ma il loro contributo non è bastato ad impedire un calo di fatturato del 9 % (a 1,3 miliardi di euro) per la divisione musicale del gruppo. I vertici della casa discografica si difendono ricordando che il trend generale di mercato, nello stesso periodo, è stato ancora peggiore (-12,4 %), e che il dato è falsato dal rafforzamento dell'euro nei confronti del dollaro che svaluta i risultati ottenuti negli USA, il maggior mercato discografico al mondo: ma resta il fatto che anche l'azienda di gran lunga più potente del settore (oltre 30 % di market share globale) continua vistosamente a zoppicare a fronte di consumi che non mostrano segni di ripresa. <br> La multinazionale Vivendi Universal se la cava meglio nel suo complesso, stando alle cifre che la società ha reso pubbliche ad inizio settimana: il suo giro d'affari è cresciuto del 9 %, a 44,5 miliardi di euro (22,4 se si esclude il ramo che si occupa di smaltimento rifiuti e acque potabili) nei primi nove mesi di quest'anno, nel mentre proseguono le contrattazioni per disfarsi delle attività “non strategiche” (inclusa la stessa divisione “utility”) e per ridurre il debito spropositato che grava sulle spalle dell'azienda.