I canali in streaming a pagamento che YouTube potrebbe (secondo le indiscrezioni raccolte e pubblicate dal Financial Times) lanciare in settimana riserveranno a case discografiche e altri fornitori di contenuti meno del 30 per cento dei canoni di abbonamento versati dagli utenti. Lo sostiene una fonte anonima contattata dal sito Billboard.biz, secondo cui la piattaforma Internet manterrà il pieno controllo del prodotto mentre la percentuale dei ricavi spartiti con i content provider sarà variabile in funzione dei singoli contratti stipulati. I canali a pagamento di YouTube, che in sostanza applicano al mondo online il modello della pay-tv, dovrebbero essere - secondo le informazioni raccolte dall'FT - una cinquantina, e ognuno di essi costerebbe circa un euro e mezzo al mese all'abbonato. Gli stessi canali godrebbero di una duplice fonte di ricavo, dal momento che continuerebbero ad associare spot pubblicitari ai video trasmessi al pubblico. Tra i gestori di tali programmi tematici figurerebbero major discografiche come Universal Music e Warner Music, oltre a grandi media company come NBC Entertainment. Dal momento che diversi contratti sono ancora in via di definizione, sostiene la fonte sentita da Billboard.biz, è improbabile però che il lancio avvenga già in settimana.