Dopo avere bocciato senza appello i tentativi di “merger” architettati dalla EMI (prima con Warner e poi con BMG, vedi News), il commissario europeo Mario Monti sembra avere ammorbidito le sue posizioni. La stampa economica internazionale riferisce che il funzionario italiano e la Commissione Europea da lui presieduta hanno deciso di adottare nuove linee guida, decisamente più flessibili, nella valutazione dei progetti di fusione tra aziende su cui dovranno d’ora in poi esprimere un giudizio. Approvando le più vaste riforme procedurali da quando la Commissione venne investita, 13 anni fa, del potere di bloccare gli accorpamenti aziendali che, nei paesi membri, mettono a rischio la concorrenza, l’organo comunitario ha deciso di introdurre una serie di importanti innovazioni al suo modus operandi che riguardano la concessione di maggiori diritti di difesa alle società poste sotto scrutinio, la considerazione preminente dell’interesse dei consumatori nella valutazione complessiva degli effetti dei “merger”, il riconoscimento di poteri maggiori agli organi antitrust nazionali e l’introduzione di diversi organi e gradi di giudizio all’interno della stessa commissione. <br> Il mutato atteggiamento da parte di Monti, in cui gli osservatori scorgono segnali positivi per le aziende extraeuropee (americane soprattutto) che decideranno d’ora in poi di estendere la loro presenza nel vecchio continente, sarebbe stato dettato dalle numerose critiche piovute sul suo operato: soprattutto da parte della magistratura della stessa UE, che ne ha spesso ribaltato le decisioni in sede giudiziaria. <br> In risposta alle accuse di incompetenza che lo hanno spesso raggiunto, Monti ha anche promesso che la Commissione nominerà presto un “insigne economista” con ampi poteri in materia di fusioni societarie. Ma ha negato che il suo operato sarà meno aggressivo che in passato: “L’obiettivo”, ha detto, “non è di essere più soffici o più duri, ma di essere più chiari”.