L’Aeranti-Corallo, ente che rappresenta 1.046 imprese radiotelevisive locali, replica all’AFI, Associazione Fonografici Italiani, che in una nota diffusa ieri (11 dicembre) aveva definito fuorilegge le radio che non pagano alcun compenso ai suoi associati per la diffusione via etere dei brani musicali, esortandole a regolarizzare la loro posizione. <br> “Abbiamo stipulato il 5 settembre 2001 una convenzione per il pagamento dei diritti dei produttori discografici con la SCF”, ha precisato l’associazione delle radio locali con un comunicato ripreso oggi (12 dicembre) dall’Ansa. “La SCF rappresenta l’89 % del mercato discografico italiano”, prosegue la nota diramata dall’Aeranti-Corallo; “se altri soggetti rappresentano produzioni discografiche diffuse dalle emittenti radiofoniche locali, lo dimostrino”. <br> Il contenzioso verte sulla rappresentatività della SCF, la Società Consortile Fonografici che amministra principalmente gli interessi economici delle major e delle altre aziende discografiche associate alla FIMI (da una costola della quale l’organismo è nato due anni e mezzo fa, vedi News): non ne fanno parte le società aderenti all’AFI, che quindi si trovano prive di rappresentanza (e di contratti collettivi) per quanto riguarda il riconoscimento e la corresponsione dei cosiddetti diritti di broadcasting, le royalty che le emittenti sono tenute a versare agli aventi diritto per ogni brano musicale diffuso via etere.