L’industria discografica accoglie con soddisfazione il nuovo regolamento del Festival di Sanremo, pubblicato martedì scorso, 17 dicembre (vedi News), al termine di una serie di schermaglie polemiche che hanno coinvolto a più riprese, nei mesi scorsi, case discografiche, Rai e amministratori della cittadina ligure (vedi News). “Tutte le nostre richieste sono state accolte”, ha commentato a Rockol il direttore generale della FIMI Enzo Mazza, che cita l’estensione del numero dei “big” in gara (saliti a 18), la concessione di un termine di otto minuti (inclusa l'esecuzione del brano) per la presentazione di ciascuno di essi durante la prima serata e l’inclusione dei giornalisti nella “Giuria specializzata” che concorrerà alle votazioni tra i desiderata degli operatori musicali che l’organizzazione dello show ha deciso di accogliere. “A questo – continua Mazza – va aggiunto il riconoscimento delle rivendicazioni economiche da noi avanzate, che sono in fase di formalizzazione contrattuale: il contributo alle spese sostenute dalle case discografiche per la prossima edizione del festival sarà rilevante, nell’ordine del milione e 300 mila euro o poco meno, due miliardi e mezzo delle vecchie lire”. <br> Di tenore analogo le considerazioni espresse dall’AFI, Associazione dei Fonografici Italiani: “Non ci sono sorprese nella stesura del regolamento e dunque non c’è nulla su cui recriminare”, osserva il portavoce Roberto Galanti. “Ci auguriamo soltanto che la musica prevalga sugli altri contenuti del festival: e ci pare che questa sia la strada intrapresa dal direttore artistico Pippo Baudo”.