Una sospensione dei pagamenti dei diritti da parte di YouTube (ripresi nel secondo trimestre) e un' "operazione speciale" da parte di una major discografica che non si è ripetuta finora nel 2013 sono alla base, secondo l'associazione locale dei discografici SNEP, della flessione del fatturato delle case discografiche francesi registrato tra il gennaio e il marzo di quest'anno: periodo negativo non solo per le vendite di supporti fisici (-7,3 per cento, anno su anno, per un volume d'affari pari a 77 milioni di euro), ma anche, appunto, per gli introiti generati dalla musica "liquida", calati del 5,2 per cento a 30,9 milioni di euro (il calo complessivo del mercato è del 6,7 per cento). Senza i due eventi eccezionali, sostiene la SNEP, il fatturato digitale sarebbe rimasto comunque in stallo: colpa, secondo l'organizzazione, di un decollo difficile dello streaming (+ 2 per cento appena, nel trimestre) a fronte di un calo dei download "alla carta" (- 4,1 per cento) in un momento in cui - a dispetto delle misure intraprese dall'autorità antipirateria Hadopi - i servizi illegali e le piattaforme p2p vedono crescere da 10 a 10,7 milioni i loro utenti in Francia. L'utilizzo delle piattaforme legali interessa invece 53 milioni di francesi, con YouTube a fare la parte del leone (54 per cento) seguita da iTunes e Vevo (12 per cento ciascuna), Deezer (9 per cento), Dailymotion (5 per cento) e Spotify (2 per cento), mentre i restanti servizi si aggiudicano complessivamente il 6 per cento.