Dopo essersi scontrate a muso duro sul tema del downloading da Internet e della copia digitale, l’industria discografica e le aziende di Silicon Valley cambiano strategia e cercano un compromesso. Fonti autorevoli danno infatti per imminente l’annuncio di un patto di non belligeranza tra la RIAA (associazione delle case discografiche USA) e le organizzazioni che raggruppano le principali ditte di computer, Business Software Alliance (che include società come Microsoft, Apple e Adobe Systems) e Computer Systems Policy Project (a cui aderiscono aziende hardware come IBM, Intel, Hewlett-Packard e Dell), fino ad oggi arroccate su fronti contrapposti per quanto riguarda la protezione dei diritti d’autore rispetto ai rischi della duplicazione selvaggia da parte degli utenti della rete e dei possessori di riproduttori digitali. <br> Il concordato implica la rinuncia, da parte delle aziende tecnologiche, ad appoggiare i progetti di legge che negli Stati Uniti intendono riaffermare il diritto dei consumatori ad effettuare copie ad uso privato dei CD e DVD acquistati sul mercato, nonché un impegno concreto dell’industria informativa nell’appoggiare la lotta della discografia contro i pirati digitali; in cambio, la RIAA eviterebbe di insistere perché i sistemi di riproduzione audio di nuova generazione debbano incorporare obbligatoriamente “lucchetti” elettronici di protezione anti-copia, che le aziende produttrici ritengono troppo costosi e complicati da fabbricare. Il compromesso ha lo scopo essenziale di evitare quanto più possibile, in futuro, un intervento legislativo o governativo (“soddisfare le esigenze del consumatore”, recita il testo anticipato all’Associated Press, “è una decisione di business che dovrebbe essere dettata dalle dinamiche del mercato anziché essere soggetta a leggi e regolamenti”); e segnala anche, fanno notare alcuni osservatori, la prima spaccatura nel fronte compatto che ha visto la RIAA schierarsi finora sempre al fianco della Motion Picture Association of America, la potente organizzazione che difende gli interessi degli studi cinematografici di Hollywood; la MPAA, che ha invocato l’inclusione obbligatoria dei “lucchetti” elettronici in apparecchi come i registratori DVD, non risulta infatti tra i firmatari del patto.