La Web radio Pandora è in guerra da mesi (anche in tribunale) con le società americane degli autori e con i grandi editori musicali come Sony/ATV, ritenendo di pagare royalties troppo alte per trasmettere musica in streaming. E per cercare di contenere l'entità dei costi di licenza ha ora deciso di seguire una strada curiosa e alternativa, acquistando una piccola emittente via etere, la KXMZ-FM di Rapid City, South Dakota. Una piccola operazione, in termini di acquisizione di utenti (la stazione radio risulta al 255mo posto tra le radio americane in termini di ascolti, secondo le stime dell'ente di rilevazione Arbitron), ma strategicamente importante dal momento che, in base a un accordo firmato dall'organizzazione degli autori ed editori ASCAP e dal Radio Music Licensing Committee, le piattaforme di Internet radio che gestiscono anche emittenti tradizionali godono di un sconto sui diritti di pubblica esecuzione pagati agli aventi diritto (all'1,7 per cento sui ricavi lordi del broadcaster stabiliti dalla licenza quadro si applica una doppia deduzione). Il passaggio al regime previsto da tale accordo potrebbe assicurare notevoli risparmi a Pandora, che secondo i dati di bilancio relativi all'anno fiscale chiuso lo scorso 31 gennaio ha versato in royalty alle associazioni BMI, SESAC e ASCAP e alle società di edizioni EMI e Sony/ATV il 4,3 per cento dei suoi ricavi. "Per mettere le cose in prospettiva, bisogna ricordare che almeno 16 dei 20 principali servizi di Internet radio che competono con Pandora operano sotto la licenza RMLC che a noi non è stata resa disponibile", scrive in un blog un dirigente della società, Christopher Harrison, citando tra i maggiori beneficiari dell'accordo la Web radio di Clear Channel iHeart Radio. Nel suo messaggio Harrison assicura che Pandora non intende cambiare il format di KXMZ-FM ma che farà buon uso dei dati raccolti sulle abitudini di ascolto dei suoi 42 mila utenti residenti a Rapid City per modularne di conseguenza la programmazione, e annuncia anche che la vertenza legale in corso con la ASCAP verrà portata all'attenzione di una Corte Federale, cui la società ha deciso di ricorrere ritenendo che nei suoi confronti sia stato adottato un atteggiamento discriminatorio. La mossa della società di Tim Westergren, tuttavia, ha già suscitato reazioni, critiche e perplessità: affidandosi anche lui a un blog, un avvocato esperto nella materia, Chris Castle, ha scritto che "Pandora ha ora dimostrato inequivocabilmente che odia talmente gli autori da fare letteralmente qualunque cosa pur di fregarli".