Numerosi organi di stampa internazionali riferiscono in questi giorni la notizia che il capo di Universal Music, Doug Morris, riporta ora direttamente all'amministratore delegato di Vivendi, Jean-René Fourtou (che fa base a Parigi), e non più a Barry Diller, che dirige la divisione entertaiment della multinazionale. <br> Il riassetto organizzativo sarebbe da mettere in relazione alla volontà di Fourtou di riaffermare la sua autorità nei confronti del manager americano ma era comunque nell'aria, in quanto Diller aveva assunto il coordinamento delle attività musicali del gruppo su base informale e temporanea, e anche in passato aveva pubblicamente manifestato scarso interesse (e fiducia) nell'evoluzione del business discografico. <br> Secondo le stesse fonti internazionali, Fourtou e Diller, che qualcuno vorrebbe ai ferri corti, si sarebbero incontrati mercoledì scorso, 22 gennaio, a New York, per cercare di sciogliere i nodi burocratici e fiscali che impedirebbero di vendere o scorporare dal resto della società la divisione entertainment, se non a costi esorbitanti (imposti dai contratti voluti dal boss di USA Interactive): alcuni degli “asset” di Universal interesserebbero non solo all'ex petroliere Marvin Davis (vedi News), ma anche alla Liberty Media di John Malone (la società che gestisce canali TV come Discovery Channel), al network televisivo NBC (controllato da General Electric) e all'impresa cinematografica Metro-Goldwyn-Mayer.