Woody Guthrie e Bob Dylan, Elvis Presley e Aretha Franklin, Ray Charles e Grandmaster Flash figurano tra i giganti della musica americana i cui classici verranno preservati, d’ora in poi, presso il Registro Nazionale della Musica Registrata, istituito nel 2000 dalla Biblioteca del Congresso USA sul modello del preesistente Registro delle opere cinematografiche. <br> Nel primo gruppo di 50 documenti sonori che il Parlamento americano ha ritenuto meritevoli di passare ai posteri c’è un po’ di tutto, e nei formati più diversi, cilindri in cera, rulli di carta per pianole, 78 giri in gommalacca e dischi in vinile: i canti degli indiani Passamaquoddy registrati sul campo nel 1890 e l’hip hop di Grandmaster Flash (“The message”, 1982, è l’incisione più recente del lotto), “Respect” della Franklin e “The freewheelin’ Bob Dylan”, “Kind of blue” di Miles Davis e “Blue moon of Kentucky” del re del bluegrass, Bill Monroe, “Ko-ko” di Charlie Parker e “Songs for young lovers” di Frank Sinatra, le “Sun sessions” del re del rock and roll e “Vesti la giubba” interpretata da Enrico Caruso. Ma non solo: poiché l’accesso al Registro è riservato ad incisioni sonore significative dal punto di vista storico e culturale, oltre che estetico (e con almeno dieci anni di vita sulle spalle), ecco che l’elenco comprende anche trasmissioni radiofoniche come quelle del Grand Ole Opry, il tempio del country; radiodrammi come il celeberrimo “La guerra dei mondi” di Orson Welles; notiziari come quello che nel 1937 descrisse la tragedia dell’Hindenburg; e discorsi epocali come quelli del presidente Franklin D. Roosevelt (i celebri “discorsi del caminetto” trasmessi per radio), di Dwight Eisenhower alle truppe alleate nel ’44 e di Martin Luther King (“I have a dream”). <br> Le candidature all’immissione nel Registro le hanno espresse direttamente i cittadini americani: ma la scrematura finale e l’ultima parola è toccata ad un comitato di cui fanno parte tra gli altri l’ex batterista dei Grateful Dead Mickey Hart, il pianista e cantante Michael Feinstein nonché rappresentanti dalla Recording Industry Association of America e del Naras, l’ente che organizza i Grammy Awards. A loro toccherà, in futuro, selezionare le altre testimonianze sonore destinate all’immortalità.