Presenza in 180 Paesi, oltre 10 milioni di utenti mensili, 4 milioni di abbonati ai servizi a pagamento, più di 25 milioni di brani musicali in catalogo. Deezer è un colosso multinazionale dello streaming, la più seria alternativa del settore - fino ad oggi - a Spotify, ma è ancora assente dai due maggiori mercati discografici del mondo, Stati Uniti e Giappone. Negli Usa, ha spiegato ancora a fine settimana scorsa l'amministratore delegato Axel Dauchez, l'atteso debutto potrebbe avvenire quest'anno. O forse il prossimo. "Non sono ancora sulla nostra mappa, ma ovviamente non possiamo dire che gli Stati Uniti non ci interessano", ha precisato Dauchez. "Stiamo prendendo in considerazione gli Usa e stiamo cercando il giusto partner strategico a cui associarci. Forse si tratterà di una grande società preesistente e consolidata che ci permetterà di essere il maggior servizio presente nel Paese. Non vogliamo andarci da soli, investire milioni nel marketing e venire percepiti come un servizio di medio livello". Quanto al Giappone, l'ad di Deezer ha spiegato che "recentemente abbiamo raccolto segnali dalle società locali di telecomunicazione e dai detentori dei diritti. Forse un giorno arriveremo anche lì". I piani di espansione internazionali della società parigina possono contare su nuovi fondi (130 milioni di dollari) elargiti lo scorso mese di ottobre da un pool di investitori capeggiato da Access Industries, la società che oggi possiede la major discografica Warner Music.