Proseguono le congetture sul futuro della casa discografica americana, dopo che un recente articolo apparso sul quotidiano finanziario Wall Street Journal ne ha ipotizzato l'eventualità di una vendita da parte della capogruppo, AOL Time Warner (vedi News). <br> L'amministratore delegato Richard Parsons, senza sbilanciarsi oltre, avrebbe ammesso che il management ha allo studio la possibile liquidazione di alcune attività patrimoniali, nell'ambito di un programma che prevede la riduzione del debito societario da 26 a 20 miliardi di dollari entro la fine del 2004. Ma alcuni analisti ritengono improbabile che proprio Warner Music rientri nel pacchetto, per almeno tre ragioni fondamentali: la difficoltà di spuntare un prezzo di vendita conveniente nell'attuale contesto recessivo del mercato discografico; la valenza strategica e sinergica che il catalogo di musica registrata conserva tuttora se messo in combinazione con le infrastrutture di comunicazione di America Online; e il fatto che, come ha sottolineato il suo capo Roger Ames, Warner è l'unica major ad aver registrato un trend di crescita costante per tutto il 2002. Su questo fronte, però, gli entusiasmi vengono smorzati dallo stesso team dirigente: con il perdurare di aspettative negative per l'intera discografia nei mesi a venire, anche il budget Warner per il 2003 non prevede ulteriori incrementi nei fatturati e nei profitti.