Mentre la questione delle royalty dovute dalle radio on-line per la diffusione di musica su Internet è diventata materia di intervento pubblico federale (vedi News), artisti e case discografiche statunitensi sono riusciti a chiudere un accordo con alcune reti televisive via cavo e satellitari senza dover ricorrere ad intermediazioni governative. Le rispettive associazioni di categoria, RIAA, AFTRA e American Federation of Musicians, hanno concordato con i servizi musicali in abbonamento Music Choice, DMX Music e Muzak un contratto che li autorizza alla trasmissione dei loro repertori in cambio di una royalty del 7 % sul fatturato lordo di ciascun utilizzatore. Il tasso fissato di comune accordo è valido per il biennio 2002-2003, e prevede un aumento al 7,25 % per i quattro anni successivi; una clausola contrattuale fissa anche a 100 mila dollari all’anno la cifra minima che l’ente incaricato di raccogliere la royalty, SoundExchange, dovrà incassare da ciascuno dei canali musicali digitali per poi distribuirla tra gli aventi diritto. Il presidente dei discografici americani Cary Sherman ha espresso soddisfazione per il raggiungimento di un accordo che evita un arbitrato governativo “incerto e costoso”.