Chissà se la pubblicazione dei bilanci di consuntivo 2002 avrà conseguenze sulle future strategie della mega-corporation franco-americana: fatto sta che negli ultimi dodici mesi, chiusi con un confortante + 6,3 % nel giro d'affari (61 miliardi di euro, contro i 57,36 dell'anno precedente), il fiore all'occhiello della società è stato il business delle telecomunicazioni, e la pecora nera la divisione musicale, che pure è leader indiscussa (e ancora in crescita) del mercato discografico mondiale. <br> Proprio la Universal Music è l'unico ramo “strategico” (ma per quanto tempo ancora?) del gruppo ad avere fatto un passo indietro negli ultimi dodici mesi: -4 %, equivalenti ad un fatturato di 6,3 miliardi di euro. Un risultato tanto più eclatante (in negativo) se lo si paragona alla crescita spettacolare conosciuta dal resto della divisione entertainment, che include gli studi cinematografici Universal e gli omonimi parchi di divertimento: grazie all'acquisizione di USA Networks, il comparto ha raggiunto il giro d'affari di casa discografica e edizioni musicali (che non ne fanno parte), crescendo del 27 % sull'anno precedente. <br> I piani di collocamento in Borsa di una quota di Vivendi Entertainment, secondo il New York Post, sono intanto stati dilazionati dal presidente Jean-René Fourtou, che avrebbe ritenuto sconsigliabile procedere con una IPO nel momento in cui i mercati finanziari sono assai poco recettivi e sulla società è in corso una delicata investigazione che ha per oggetto le sue procedure contabili (vedi News). Ma la vendita in tutto o in parte della divisione sembra a questo punto obbligata, se Vivendi vuole – come lo stesso Fourtou ha annunciato – liquidare attività patrimoniali per un valore di 12 miliardi di euro entro la fine del 2004. Tra le offerte sul piatto spicca tuttora quella del miliardario Marvin Davis (vedi News) che, affiancato dall'ex direttore finanziario di Seagram Brian Mulligan, è disposto a pagare tra i 15 e i 20 miliardi di dollari per aggiudicarsi l'intera torta dell'entertainment Vivendi. Fatto assai significativo, Davis è l'unico dei potenziali acquirenti a volersi prendere anche Universal Music, di cui Fourtou – raccontano i bene informati – non vede l'ora di disfarsi.