Cambiano gli scenari economico-finanziari ed i mercati, cambiano di conseguenza le strutture e le priorità strategiche delle multinazionali dell'intrattenimento. Il colosso nipponico Sony, per esempio, ha appena annunciato per bocca del suo presidente e amministratore delegato Nobuyuki Idei una vera e propria rivoluzione organizzativa che dovrebbe prendere forma entro metà anno attraverso un radicale progetto di ristrutturazione che ha l'obiettivo di integrare al meglio le attività delle sue diverse divisioni (risparmiando anche sui costi); “accompagnando” al tempo stesso la trasformazione graduale della Sony da azienda di stampo tradizionale che opera nel campo dell'elettronica di consumo e dell'intrattenimento a fornitore di servizi per le reti elettroniche a banda larga e per i nuovi mercati digitali.<br> Il rimescolamento organizzativo inciderà profondamente anche sulla collocazione e sulla fisionomia della società musicale del gruppo, Sony Music Entertainment (la casa discografica per cui incidono star come Bob Dylan, Bruce Springsteen, Celine Dion, Shakira e Jennifer Lopez: in sostanza, ha anticipato Idei, “in futuro non avremo più bisogno di consigli d'amministrazione formalmente separati per la musica e per il cinema (Sony Music e Sony Pictures) ma magari di un management unico per gli Stati Uniti”. Il presidente Sony parla di “potenziamento regionale” e di “globalizzazione localizzata” della struttura, che dovrebbe portare alla creazione di “hubs”, snodi centrali che ingloberanno e dirigeranno tutte le molteplici attività del gruppo a livello regionale, in Asia, America ed Europa: nel Vecchio Continente, i nuovi quartier generali dovrebbero aver sede a Londra o a Berlino. Idei ha anche promesso uno svecchiamento del management internazionale del gruppo, che oggi impiega nel mondo 168 mila persone. <br> L'idea della riorganizzazione, com'è tradizione giapponese, nasce da una approfondita osservazione dei comportamenti altrui: per loro esplicita ammissione, i vertici Sony hanno preso spunto dal modus operandi di multinazionali di successo come Coca-Cola, Nestlé, IBM e General Electric.