Quando tutto sembrava finito, l'incubo di Napster continua ad aleggiare sulla testa della Bertelsmann: non solo il management della multinazionale tedesca si è vista costretta a rinunciare ad ogni pretesa sull'eredità di Shawn Fanning (perdendo una grossa quantità di denaro per nulla, vedi News), ma ora le tocca anche affrontare una causa da ben 17 miliardi di dollari intentata da pesi massimi come Jerry Leiber e Mike Stoller (i leggendari autori di “Hound dog”, “Stand by me” e molti altri classici del rock and roll e R&B) e la società di edizioni musicali Peer International. <br> Costoro sostengono che nell'aver finanziato Napster la Bertelsmann si è resa colpevole di concorso in violazione dei diritti d'autore. La tesi dei ricorrenti è che ai tempi cui i fatti si riferiscono (ottobre 2000, vedi News), i 50 milioni di dollari che Bertelsmann fece affluire nelle casse di Napster consentirono al sito “pirata” di proseguire indisturbato nella sua attività di file sharing gratuito fino al luglio dell'anno successivo, provocando ulteriori, ingenti danni ai legittimi titolari dei brani scambiati in rete dagli utenti del servizio. <br> La cosa curiosa è che Leiber, Stoller e Peer stanno cercando di aggregare alla battaglia l'agenzia Harry Fox Agency, che tutela gli interessi economici di molti altri editori musicali. Tra questi c'è anche BMG Music Publishing, una divisione di Bertelsmann: che a quel punto si troverebbe a esigere denaro in tribunale dalla sua capogruppo.