Il Los Angeles Times non sembra avere dubbi: la ditta californiana di computer si appresta a diventare un protagonista assoluto nel mercato prossimo venturo della musica digitale. Il quotidiano USA sostiene che il fondatore e presidente dell’azienda di Cupertino, Steve Jobs, si è incontrato di recente con i vertici delle maggiori case discografiche, assicurandosi la collaborazione di almeno quattro major per un servizio di musica in abbonamento che intenderebbe lanciare il mese prossimo (l’unica ad opporre resistenza sarebbe la Sony, poco convinta dalle garanzie di protezione anti-pirateria fornite dai tecnici della Apple). <br> Sempre secondo il Los Angeles Times, Jobs avrebbe intenzione di usare la musica come ulteriore veicolo di diffusione commerciale dei suoi prodotti software e hardware a cominciare dall’iPod, già oggi considerato il miglior lettore di file MP3 in circolazione negli USA. Il boss della Apple e i discografici si sarebbero già messi d’accordo anche sul prezzo di vendita dei brani in formato digitale: 99 centesimi ciascuno, in linea con le altre offerte disponibili sul mercato della musica on-line. Il servizio dovrebbe fare affidamento su un formato di compressione, l’Advanced Audio Codec, che include un sistema di “lucchetti elettronici” che impediscono di far circolare liberamente le tracce musicali, una volta scaricate a pagamento sui computer degli utenti. Pare che il sistema abbia suscitato l’entusiasmo dei discografici, per la sua estrema intuitività e facilità d’uso; e che l’industria guardi con interesse all’opportunità di convertire alla musica digitale una fetta di pubblico (gli utenti Macintosh) che le piattaforme esistenti come MusicNet, Pressplay e Rhapsody snobbano regolarmente, spingendola involontariamente verso l’utilizzo di servizi illegali di file sharing come LimeWire e KaZaA. Ma c’è un rovescio della medaglia: gli utenti Mac, nel mondo, rappresentano pur sempre meno del 3 % di coloro che posseggono e utilizzano un computer.