C’era anche il leggendario ex presidente della Warner Bros. tra coloro che lunedì sera, 10 marzo, hanno fatto il loro ingresso ufficiale nella Rock and Roll Hall of Fame con la cerimonia svoltasi al Waldorf Astoria di New York (vedi News). <br> Presentato da Neil Young, uno dei suoi pupilli, il settantacinquenne Ostin ha ricevuto la prestigiosa onorificenza in virtù dei meriti artistici e professionali acquisiti nella sua lunga carriera di discografico e “music man”: soprattutto alla Warner, che egli guidò ininterrottamente dal 1963 al 1995 creando, insieme con i suoi stretti collaboratori Lenny Waronker, Joe Smith e Stan Cornyn, un team formidabile e tuttora citato nostalgicamente ad esempio da artisti e manager come una perfetta sintesi di intuito, passione musicale e sapienza negli affari. “Tutto quello che abbiamo fatto è sempre stato ispirato dalla musica, non dal business o da strategie promozionali” ha ricordato Ostin, la cui carriera nel gruppo Warner iniziò quando Frank Sinatra lo strappò all’etichetta jazz Verve per affidargli la direzione della sua casa discografica, la Reprise. <br> In oltre trent’anni di Warner, lui e il suo gruppo di fedelissimi hanno lavorato al fianco di un numero impressionante di icone del pop-rock nordamericano: Joni Mitchell, Van Morrison, Grateful Dead, Frank Zappa, Randy Newman, Captain Beefheart, Fleetwood Mac, Ry Cooder, James Taylor, Paul Simon e lo stesso Neil Young, solo per citarne alcuni. <br> Spirato nel 1995 il suo contratto con la major discografica, Ostin passò con Waronker alla DreamWorks di Spielberg e Geffen, dove ricostituì temporaneamente il sodalizio con Randy Newman e contribuì al lancio di giovani cantautori come Elliot Smith e Rufus Wainwright. L’inclusione nella Hall of Fame (categoria “non-performers”) appare a questo punto come un atto dovuto.