Dopo The Pirate Bay, Kat.ph e Torrentz.eu anche Isohunt, uno dei quattro siti torrent inclusi nella "lista nera" del Dipartimento di Commercio degli Stati Uniti, subisce il blocco degli accessi in Italia. Ad apporre i sigilli virtuali al portale è stata la Guardia di Finanza di Milano che, nell'ambito di un'operazione nota con il nome in codice di "Camaleonte", ha anche denunciato nove persone e posto sotto sequestro tre siti Internet italiani contenenti complessivamente circa 400 mila file relativi a opere tutelate dal diritto d'autore. Le tre piattaforme avevano le sembianze di semplici forum di discussione da cui però gli utenti registrati - circa 2 milioni di persone - potevano accedere a link per scaricare illegalmente musica, film, software e videogiochi (comprese diverse pellicole ancora in proiezione nelle sale cinematografiche o serie tv accessibili solo sui canali a pagamento). Isohunt, spiega la GdF nel comunicato che descrive l'operazione coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano Tiziana Siciliano in collaborazione con le organizzazioni antipirateria FPM e FAPAV, funzionava nella circostanza "come un vero e proprio motore di ricerca, atto ad indicizzare e rendere fruibili contenuti digitali sotto forma di file torrent". "Siamo soddisfatti dell'intervento della magistratura e della Guardia di Finanza che hanno accolto la denuncia di FIMI bloccando Isohunt", ha commentato il presidente della Federazione Industria Musicale Italiana Enzo Mazza. "Isohunt", ha aggiunto, "non ha mai dato seguito alle nostre richieste di rimozione del contenuto illecito, ha causato gravissimi danni all'industria musicale italiana e pone in essere una condotta penalmente rilevante. Ci costituiremo parte civile chiedendo milioni di euro di danni".