A giudicare dai termini usati dalle testate statunitensi che ne hanno riferito, TMZ e Billboard su tutte, più di una questione musicale parrebbe di trovarsi di fronte ad una spy story in piena regola: informazioni personali sensibili, clausole di riservatezza, documenti secretati e via dicendo. Eppure non si sta parlando del caso Snowden ma del passato discografico di Lady Gaga, che tra pochissimo tornerà sotto la luce dei riflettori con il nuovo album "ARTPOP". Cosa è successo, esattamente? Per inquadrare al meglio la situazione, conviene fare un passo indietro. Nel 2010 l'ex collaboratrice di Miss Germanotta Wendy Starland citò in giudizio Rob Fusari, produttore e figura chiave nella carriera della voce newyorchese: fu proprio Fusari, infatti, a far deflagrare Gaga sul panorama mainstream, strappandola alla nicchia dove era stata confinata fino ai tardi anni 2000. La Starland, scout di Fusari che mise in contatto la cantante con quello che sarebbe diventato il suo primo mentore, accusò Fusari di averla imbrogliata non corrispondendole il compenso completo dovutole per il lavoro al progetto discografico. Agli atti finì anche il primo accordo finanziario che Gaga strinse con il suo manager. Fino a qui, niente di strano. Le stranezze, infatti, iniziano subito dopo: Gaga, completamente estranea al procedimento, contattò di persona il giudice al quale fu assegnato il caso "implorandolo" (questo il termine usato dai cronisti che ne riferirono) di secretare gli atti che la riguardavano. La ragione? Gli stessi conterrebbero "dati personali sensibili" e "informazioni che potrebbero infliggere gravi colpi alla vita personale e professionale" dell'artista. La notizia di oggi è che il giudice abbia accolto la richiesta di Gaga. Richiesta che Miss Germanotta aveva presentato insieme allo stesso Rob Fusari, con il quale la voce di "Born this way" aveva ingaggiato un duello legale (poi lasciato cadere) sempre nel 2010, e che vedeva la cantante protestare contro un presunto contratto capestro stretto con il produttore (che poi, per un breve periodo, divenne anche suo partner) nel 2006, e Fusari richiedere la sua parte (in termini finanziari, ovviamente) per aver fatto diventare la sua protetta un fenomeno pop mondiale.