I 2,7 miliardi di dollari pagati sull'unghia per mettere definitivamente le mani sulla Zomba di Clive Calder (vedi News) hanno costretto Bertelsmann ad incassare una flessione pesante (- 25 %) nel conto dei profitti e delle perdite per il 2002, comunque in attivo. Se si esclude l'entità eccezionale di quella spesa, però, la multinazionale tedesca ha migliorato le sue performance, aumentando i profitti lordi da 573 a 936 milioni di euro a dispetto di una contrazione del fatturato complessivo (- 3,5 %, a 18,3 miliardi di euro) e della crisi degli investimenti pubblicitari che hanno danneggiato le sue società nel settore Internet, radiofonico e televisivo. <br> Note positive, una volta tanto, (al di là del forte deprezzamento della stessa Zomba, che oggi è valutata intorno a 1,4 miliardi di dollari) arrivano dal settore musicale: sull'onda del successo delle giovani e rampanti Pink e Avril Lavigne, la casa discografica del gruppo, BMG, ha invertito la rotta, replicando al deficit del 2001 (- 75 milioni di euro) con un bilancio in attivo (125 milioni di euro). Buone le prestazioni anche in campo radiofonico (RTL) ed editoriale (dove Random House, negli USA, ha ripreso quota): tanto è bastato a rincuorare l'amministratore delegato Gunter Thielen, che ha parlato di “rafforzamento del core business e del portafoglio di investimenti” della società. Thielen ha confermato che la società sta rivedendo le sue strategie nel settore Internet, oggi inteso più come un veicolo di marketing per rafforzare “brand” già esistenti piuttosto che come nuova area di business da sviluppare. E, a differenza del suo predecessore Thomas Middelhoff, sembra non aver nulla da recriminare nei confronti della famiglia Mohn, che controlla a tutt'oggi il 75 % delle quote dell'impero mediatico tedesco.