Per la prima volta da diversi anni a questa parte anche EMI Music Publishing, braccio editoriale e roccaforte della major britannica sotto il profilo della redditività, starebbe cominciando a scricchiolare sotto il peso delle crisi. Ad anticiparlo sono alcuni analisti finanziari dopo un “briefing” con i vertici aziendali da cui risulterebbe che la società di edizioni musicali potrebbe chiudere l'anno fiscale che scade il 31 marzo con una flessione sui dodici mesi precedenti. Le stesse fonti parlano anche, più prevedibilmente, di un mercato sostanzialmente “piatto” per quanto riguarda la consorella discografica: ma una conferma o smentita di tali indiscrezioni la si avrà solo a giugno, quando i risultati di bilancio della multinazionale verranno resi pubblici. <br> Intanto, dalla City di Londra arriva notizia di un volume di transazioni anomalo registrato sul titolo EMI nella giornata di martedì, 25 marzo: gli scambi hanno riguardato circa 52,5 milioni di azioni, circa sei volte oltre la media delle contrattazioni giornaliere. I programmi anticipati dalla dirigenza (avranno accennato alla possibile acquisizione della Warner?) sembrano aver convinto istituti di credito e finanziari come Deutsche Bank e Morgan Stanley ad alzare le loro quotazioni del capitale EMI.