L'amministratore delegato di Vivendi ha cercato di rassicurare il suo stato maggiore statunitense, preoccupato dalle voci insistenti che danno per probabile, se non imminente, la liquidazione della divisione “entertainment” del gruppo, ramo aziendale che include casa discografica, parchi di divertimento e studi cinematografici. “Potremo vendere”, ha ammesso Fourtou, “ma certamente non svenderemo, e non abbiamo alcuna urgenza di farlo”. Il manager francese ha affrontato l'argomento a viso aperto, in un faccia a faccia con i suoi dipendenti americani sostenuto nei giorni scorsi proprio nella sede degli studios hollywoodiani del gruppo. Nell'occasione, Fourtou ha anche detto una parola definitiva sulle trattative in corso con il magnate Marvin Davis (vedi News): “Se davvero vorrà assicurarsi il controllo di Vivendi Universal Entertainment”, ha detto il numero uno della multinazionale, “dovrà alzare la posta: le nostre proprietà valgono più dei 15 miliardi di dollari che ha offerto fino ad oggi”. <br> Il ceo di Vivendi ha anche garantito allo staff americano di essere più interessato all'ipotesi di un “merger”, per il settore entertainment del gruppo, piuttosto che a una vendita “secca”: alcune società come la Liberty Media di John Malone (che pure gli ha appena fatto causa, vedi News), la Viacom di Sumner Redstone o la General Electric (proprietaria del network televisivo NBC), ha detto Fourtou, potrebbero essere interessate a combinare i loro interessi nel settore dei media con quelli della società francese.