Che le classifiche di vendita stiano diventando vieppiù “nostalgiche”, in concomitanza con l’invecchiamento demografico dei consumatori di dischi, non è una novità dell’ultima ora. Di nuovo, invece, c’è che questa volta a riaffiorare nelle charts (n. 4 della FIMI/Nielsen, n.14 per Musica e Dischi) non è uno “1” (il super-hit dei Beatles del Natale 2000), un “Elv1s” o un “Echoes”, raccolte di successi in confezione deluxe reimpacchettate dagli strateghi del marketing e sospinte da un impressionante bombardamento mediatico/pubblicitario, ma né più né meno che un album di trent’anni fa: il leggendario “The dark side of the moon”. Riverniciato sì a nuovo nella veste grafica e nel suono (Super Audio CD “ibrido”, ascoltabile cioè anche sui lettori di compact disc stereo pur senza godere del suono a 5.1 canali), ma comunque assolutamente identico nei contenuti ad un titolo già uscito tre volte sul mercato, senza considerare le edizioni per collezionisti e audiofili: l’LP in vinile dell’aprile ’73, la prima (raffazzonata) edizione in CD, e la versione rimasterizzata pubblicata in occasione del ventennale, dieci anni fa. <br> Classico riconosciuto capace di mettere d’accordo, una volta tanto, intenditori e frequentatori occasionali del rock, l'album-simbolo dei Pink Floyd ha sempre continuato a vendere molto, anche in Italia: 650 mila copie, tra CD e cassette, solo negli ultimi dieci anni. E oggi non fa altro che confermare la sua magica capacità di riprodurre ciclicamente le schiere dei suoi ammiratori. Senza forzare le ordinazioni dei negozi, la EMI comunica di avere venduto circa 20 mila copie nella prima settimana (tanto – o poco – basta oggi per fare un figurone nelle charts…), con la speranza fondata di raggiungere presto la soglia del disco d’oro, 50 mila copie vendute. Anche perché proprio ad inizio settimana è partita la campagna pubblicitaria, prima in radio e poi in TV (senza le pressioni e gli investimenti sostenuti per i sopraccitati “1” ed “Echoes”): che dovrebbe stuzzicare anche un pubblico di giovani e di neofiti. “Credo che al momento la proporzione possa essere intorno al 30-70 %: la fetta maggiore degli acquirenti è rappresentata probabilmente da persone che già possedevano il disco e che se lo sono ritrovato sugli scaffali in una versione riaggiornata”, riflette Patrizio Romano, marketing manager di EMI Marketing (divisione aziendale che cura la gestione del back catalog). Se poi, come la maggior parte degli italiani, di cosa sia un Super Audio CD non si ha la minima idea, poco male: suono “surround” o no, “Dark side” continua a vendersi da solo.