Nessuna sorpresa nei dati IFPI per il 2002, come ammette lo stesso presidente dell'organizzazione internazionale dei discografici Jay Berman. Il calo mondiale delle vendite di CD – - 8 % in pezzi venduti, - 7 % in termini di fatturato, sceso a 32 miliardi di dollari USA - – era largamente atteso, dopo le cattive notizie che nei mesi scorsi si erano propagate dai principali mercati del disco. Ricapitolando: pirateria tradizionale e on-line, masterizzazione fatta in casa e fattori esogeni come la crisi economica e la concorrenza di beni alternativi di intrattenimento (consolle per videogiochi, film in DVD ecc.) hanno colpito duramente e in vario modo la discografia dell'intero pianeta. L'elenco delle vittime include gli Stati Uniti (il downloading illegale ha tagliato le gambe a molti potenziali best seller, costringendo il maggiore mercato del mondo a chiudere in rosso per il terzo anno consecutivo), la Gran Bretagna (l'industria ha ridotto prezzi e giro d'affari, – 3 %, per conservare i volumi di vendita), il Giappone (dove le vendite di CD-R hanno superato quelle di supporti preregistrati: 236 milioni contro 229), la Germania e la Spagna (stesso problema, ma in forma ancora più grave: il fatturato discografico tedesco è crollato di un altro 9 %, due CD venduti su cinque in territorio iberico sono illegali). Per non parlare dei paesi asiatici (- 10 %, con l'unica eccezione di Singapore) e dell'America Latina, con il Messico, decimo mercato al mondo, in calo del 19 % e l'Argentina, - 23 %, messa in ginocchio dalla drammatica situazione di instabilità politica ed economica, mentre il resto dell'area sconta un tasso di pirateria che tocca mediamente il 50 % (si salva solo il Brasile, dopo parecchi anni bui). In Europa sono sostanzialmente piatti i mercati di Norvegia e Portogallo, mentre è solo apparente la crescita di fatturato in Italia (due milioni di euro in più, 340 in totale, grazie alle promozioni sul catalogo: ma l'altra faccia della medaglia, vedi News, è il crollo sui titoli novità) e resta in piedi la sola industria francese, + 4 %, grazie alla tenuta del repertorio locale. <br> Più in dettaglio, il mercato mondiale segnala un crollo tanto nelle vendite di CD album (- 6 %), che nei CD singoli (- 16 %) e nelle cassette (- 36 %). Ma Berman ci tiene a sottolineare anche i segnali positivi che si scorgono nell'evoluzione dei consumi musicali. Aumenta infatti, almeno nei paesi ricchi e tecnologicamente avanzati, la popolarità dei nuovi supporti, video musicali in formato DVD (+ 58 %, con oltre 1.300 titoli pubblicati nel corso del 2002), DVD Audio e Super Audio CD (vendite più che triplicate in un anno, e oltre il milione di copie complessivo). E' confortante il numero di artisti giovani di successo (Norah Jones, Avril Lavigne, Shakira, Nickelback). E proliferano, a dispetto del file sharing gratuito, nuovi siti di distribuzione legale di musica on-line: come, negli ultimi mesi, dotmusic.com (vedi News), popfile,de, hmv.co.uk e imusica.com.br. Basteranno, tutti questi elementi insieme, ad invertire la rotta negli anni a venire? Il capo dell'IFPI (è uno dei suoi compiti istituzionali, in fondo) sembra convinto di sì. Ma intanto, parlando all'agenzia Reuters, ha confessato di aspettarsi un calo ulteriore del 5 % per il 2003.