Non ci sono soltanto i giganti dell’informatica come Apple e Microsoft (vedi News) a fare la corte a Vivendi per accaparrarsi la casa discografica Universal Music, leader mondiale di settore con una quota di mercato che supera il 30 %. Il quotidiano francese Le Figaro, in un articolo pubblicato in questi giorni, sostiene infatti che le trattative, tuttora ad uno stadio preliminare, con le due società americane sono state precedute da un’offerta (respinta) da parte della “troika” che sta ai posti di comando dell’azienda discografica : della cordata avrebbero fatto parte il presidente e amministratore delegato di Universal Music Group Doug Morris, il boss della Interscope Geffen A&M Jimmy Iovine e il capo della Island Def Jam Lyor Cohen, forse timorosi di vedere il loro patrimonio musicale piegato a priorità diverse da quelle tradizionali. Respinto il tentativo di “management buyout”, i vertici di Vivendi avrebbero cercato di placare i tre dirigenti discografici assegnando loro una quota del 7 % di Universal Music per un valore di 350 milioni di dollari.