La musica è ormai il tallone d'Achille delle major dell'intrattenimento, Sony inclusa. E mentre il resto dell'azienda va a gonfie vele (ricavi netti di gestione per 963 milioni di dollari, equivalenti ad un balzo in avanti del 654,5 %; risultati operativi in crescita del 40 %, a 1,55 miliardi di dollari), la divisione musicale Sony Music annaspa incassando una perdita di esercizio di 72 milioni di dollari nonostante una crescita del 6 % del fatturato: un risultato tanto più impressionante in quanto l'anno fiscale precedente si era chiuso con un profitto di 170 milioni di dollari. La multinazionale giapponese si consola con i videogiochi e le Playstation, l'elettronica di consumo e gli incassi al botteghino cinematografico, mai così alti in passato (merito di “Spider-man”, ma anche di altre pellicole d'azione spettacolare come “XXX” e “Men in black II”). Quanto alla musica, nel report finanziario che accompagna i dati di bilancio i funzionari Sony imputano il crollo della performance alle condizioni critiche del mercato discografico e dell'economia, alla concorrenza esercitata da altri beni di intrattenimento e dalla pirateria on-line; e confermano di avere già ridotto di oltre 1.400 unità il personale, mentre “aggressive attività di ristrutturazione continuano ad essere intraprese per contrastare gli effetti del calo delle vendite di album”. Almeno fino a quando, come altri concorrenti (vedi AOL Time Warner), non decideranno che vale la pena di sondare altre soluzioni: come la vendita degli interessi musicali tout court.