Steve Gottlieb, proprietario della casa discografica newyorkese, l'ha voluta leggere come la vittoria di Davide contro Golia, o meglio una “vendetta” dell'impresariato indipendente nei confronti delle grandi corporation che dominano l'economia americana e mondiale (e intanto si prepara ad intascare un risarcimento di ben 132 milioni di dollari, sempre che i successivi gradi del giudizio non ribaltino il verdetto). Il suo oppositore, il gruppo Island Def Jam che fa capo alla Universal, reclama a gran voce e annuncia l'immediato ricorso in appello: ma intanto la TVT Records si è aggiudicata un altro round nella vertenza che ha innescato lo scorso agosto 20002 (vedi News), quando decise di contestare in tribunale il presunto “sabotaggio” messo in atto dalla major nei confronti del contratto discografico che l'etichetta di Gottlieb aveva siglato con la Murder Inc. di Irv Gotti e il rapper Ja Rule per pubblicare un album del suo vecchio gruppo Cash Murda Click. La Island/Universal, che ha rilevato dalla TVT il contratto dello stesso Ja Rule, aveva inizialmente accettato il compromesso, ma richiamando l'artista agli obblighi di completare un nuovo album aveva finito per costringere Gottlieb a dilazionare l'uscita del disco, utilizzando parte del materiale su un DVD dello stesso Ja Rule e su una compilation. I giudici, che l'avevano già condannata in marzo in primo grado, hanno deliberato ora la “maxi-multa” da 132 milioni di dollari (parte dei quali a carico dell'amministratore delegato di Island Def Jam, Lyor Cohen) per “violazione volontaria di copyright e interferenza colpevole con un contratto di registrazione fonografica”. Alla TVT i soldi farebbero comodo, vista la situazione di crisi finanziaria in cui si trova (Gottlieb starebbe cercando di venderla): ma prima che il processo possa dirsi concluso passeranno dai due ai cinque anni.