La Spagna alza il livello dello scontro con i "pirati" digitali. Secondo le anticipazioni pubblicate da TechCrunch il governo del Paese iberico, tra più colpiti dal file sharing non autorizzato e timoroso di finire nuovamente nella "lista nera" compilata dagli Stati Uniti (esponendosì così ad embarghi e rappresaglie), ha approvato una nuova legge che prevede la detenzione in carcere fino a sei anni per i gestori di siti Web che indirizzano il pubblico verso contenuti piratati e illegali forniti da terze parti. Le nuove norme, che dovrebbero entrare in vigore a partire dal prossimo anno, colpiranno solo gli intermediari che attraverso il sistema dei link realizzano "profitti in via diretta o indiretta" (ad esempio attraverso le inserzioni pubblicitarie). In precedenza le misure punitive erano applicabili solo ai responsabili diretti delle violazioni di copyright, cioè agli individui che copiavano e distribuivano il materiale illegale: i quali sarebbero esenti dalle nuove disposizioni così come - stranamente - anche le piattaforme di file sharing peer-to-peer nonché i motori di ricerca come Google. La Spagna occupa tuttora il primo posto, in Europa, tra i Paesi più colpiti dalla pirateria digitale: secondo una ricerca condotta da Nielsen, nel 2012 circa il 45 per cento degli utenti Internet del Paese ricorreva regolarmente a siti che offrono musica e film senza l'autorizzazione dei legittimi titolari.