La notizia di un possibile “merger” tra BMG e Warner Music, rilanciata lunedì scorso (12 maggio) dal Wall Street Journal (vedi News), lascia perplessi addetti ai lavori e specialisti del mercato discografico. Per AOL Time Warner, in particolare (oberata da un debito che tocca i 26 miliardi di dollari), non varrebbe la pena di tentare un'operazione del genere, secondo quanto ha dichiarato a Billboard David Joyce, analista per un'agenzia di consulenza finanziaria di Miami, la Guzman & Co. “L'unico risultato sarebbe di creare un'altra entità in grado di conseguire risparmi limitati eliminando qualche doppione di funzione. A Time Warner converrebbe di più cedere in toto la casa discografica”. Altri esperti sottolineano la serie di ostacoli finanziari che si frappongono al buon esito della trattativa o i rischi legati ad un no delle autorità antitrust, che nel 2000 bocciarono un progetto di fusione tra la stessa Warner e la EMI (vedi News). Le due major tacciono: solo un portavoce di BMG si è limitato a confermare che “molte parti interessate dell'industria sono in questo momento a colloquio tra di loro”.