Non bastassero le prime indicazioni che provengono dal “negozio” digitale della Apple (dove gli U2 sono stati rimpiazzati al vertice dai Coldplay, onnipresenti nella classifica dei brani più scaricati), la conferma che il mercato discografico USA – e mondiale – è in mano ai“baby boomers” arriva dall’indagine annuale della Recording Industry Association of America sul profilo dei consumatori. Il peso commerciale degli ultraquarantenni, confermano le statistiche della RIAA, è salito di quasi due punti percentuali ed equivale oggi al 25,5 %, oltre un quarto delle vendite complessive registrate nel Paese. Seguono, a debita distanza, le generazioni presumibilmente più attratte dal downloading selvaggio e gratuito: i 15-19enni si accaparrano il 13,3 % degli acquisti, seguiti dai 20-24 enni (11,5 %) e dai 30-34enni (10,8 %). <br> Mentre cresce il numero di coloro che si rivolgono a Internet per effettuare gli acquisti (3,4 %, dallo 0,5 % dell’anno precedente), è indicativo il fatto che per la prima volta, negli USA, i consumatori hanno preferito comprare dischi in altri punti vendita piuttosto che nei negozi specializzati. Questi ultimi sono stati frequentati appena dal 36,8 % degli acquirenti: solo dieci anni fa, i fedelissimi della distribuzione tradizionale erano il 56,2 %.