Finisce in tribunale il braccio di ferro tra l'industria discografica e l'emittente televisiva dell'editore Alberto Peruzzo, da tempo in conflitto sul pagamento dei diritti di “pubblica esecuzione” richiesti per trasmettere registrazioni musicali e videoclip in radio e in TV. <br> SCF (Società Consortile Fonografici), l'ente che tutela gli interessi economici di tutte le major discografiche e di “indies” come edel e Sugar, ha depositato in data odierna, 26 maggio, una citazione in giudizio presso il Tribunale di Milano nei confronti di Rete A/All Music, accusandola di prolungate inadempienze contrattuali. La vicenda ha le sue origini nel 2001 quando Rete A, allora facente parte del gruppo tedesco Viva (vedi News), sottoscrisse un accordo con la stessa SCF. “Da due anni però, nonostante numerosi tentativi da parte nostra di trovare un accordo, abbiamo riscontrato una totale mancanza di volontà di corrispondere quanto dovuto”, dichiara in un comunicato diramato dall'ente il suo direttore generale Saverio Lupica. “Portare la questione in Tribunale è diventato dunque inevitabile”, aggiunge Lupica, “anche per rispetto e coerenza nei confronti di tutte le altre emittenti televisive nazionali, Mediaset e Rai comprese, che corrispondono quanto dovuto e, oltre a rispettare la legge, sostengono giustamente una politica di riconoscimento e tutela della creazione artistica e intellettuale”. <br> Ai giudici milanesi SCF invoca un intervento d'autorità su quanto le controparti non hanno concordato, come impone invece la legge sul diritto d'autore a tutela di artisti e produttori fonografici: pagamento dei diritti pregressi maturati e non corrisposti e regolarizzazione dei rapporti per quanto riguarda la diffusione futura delle registrazioni musicali dei suoi associati. <br> La società consortile ha raccolto diritti per circa 15 milioni di euro nel corso dell'ultimo anno; il suo budget per il 2003 prevede un incremento di circa il 20 %.