Prima nemici, ora potenziali alleati, Microsoft e AOL Time Warner hanno posto le premesse per collaborare allo sviluppo del mercato dei media digitali e dar vita ad un “asse” tecnologico-finanziario che, dato il peso specifico dei due poli, ha le carte in regola per giocare in futuro un ruolo chiave nell’evoluzione del settore. A portare i due ex contendenti dalla stessa parte della barricata è lo sbocco amichevole ed extragiudiziale della causa che AOL Time Warner aveva portato un anno e mezzo fa all’attenzione dell’antitrust americano, accusando Microsoft di usare la mano pesante nell’ostacolare la diffusione del browser Netscape (oggi ridotto a coprire meno del 5 % del mercato on-line) rispetto al suo Internet Explorer (utilizzato per oltre il 90 % della navigazione in rete). <br> Il patteggiamento tra le parti prevede che Microsoft, oltre a sborsare 750 milioni di dollari a risarcimento delle irregolarità commesse, conceda in licenza ad AOL le sue tecnologie di riproduzione digitale, compresi i software di digital rights management che servono ad impedire la copia e il downloading pirata di musica, film e altri file circolanti in rete: senza naturalmente imporre alcun obbligo di esclusiva ad AOL, che oggi utilizza i programmi multimediali sviluppati da RealNetworks, concittadina e acerrima rivale dell’azienda di Seattle. L’accordo, che ha implicazioni potenziali molto più vaste (cooperazione tecnica e scambio di informazioni industriali su larga scala; accesso gratuito di AOL, per sette anni, all’uso di Internet Explorer; possibilità per la stessa AOL di far funzionare i suoi prodotti sui sistemi operativi Windows e di distribuirli in “bundle” ai produttori di pc equipaggiati da Microsoft) è stato finalizzato dopo una serie di incontri faccia a faccia tra i presidenti dei due gruppi, Bill Gates e Richard Parsons. Gli analisti di mercato lo hanno promosso a pieni voti: a Microsoft offre la possibilità di liberarsi di colpo di un gravoso fardello giudiziario e di procurarsi un buon risultato d’immagine, dopo le accuse di voler monopolizzare i mercati con metodi coercitivi; mentre AOL Time Warner ci guadagna nuove opportunità di mercato e una somma di denaro assai utile a tappare, almeno in parte, l’enorme debito societario.