Fatti i conti, superata da poco la metà di ottobre, l'ideale avvicendamento avrebbe una cadenza poco meno che mensile: sono per il momento undici, infatti, gli album che siano riusciti a raggiungere contemporaneamente il vertice delle classifiche sia statunitensi che britanniche nel corso dell'anno ormai avviato alla conclusione. L'ultimo, in ordine di tempo è stato "Bangerz" di Miley Cyrus, spinto anche dal battage mediatico condotto a suon di twerking e video osé che ha proiettato l'ex Hannah Montana in prima fila tra i personaggi più in vista della seconda metà del 2013. Se, da una parte, il raggiungimento del vertice delle chart è piuttosto ben sincronizzata tra le due sponde dell'Atlantico, dall'altra è impossibile non notare la grande diversità tra i lavori ai quali sia stato accordato l'onore del numero uno in classifica: a raggiungere la vettà infatti sono stati la colonna sonora - registrata degli stessi elementi del cast - del musical "Les miserables", "Babel" degli alfieri dei neo-folk Mumford & Sons (nella foto), "The 20/20 experience" di Justin Timberlake, l'omonima ultima fatica dei Paramore, "To be loved" del crooner canadese Michael Bublé, lo strombazzatissimo "Random access memories" dei Daft Punk, "13" dei redivivi Black Sabbath, "Yeezus" di Kanye West, "Magna Carta Holy Grail" di Jay Z e "Blurred lines" di Robin Thicke. A mancare di un soffio il traguardo sono stati "Unorthodox Jukebox", il cui picco nelle chart USA risale a fine 2012, a qualche settimana di distanza dal successo nel Regno Unito, la seconda parte di "The 20/20 experience", sempre di Timberlake, al comando negli USA ma solo secondo in Gran Bretagna e persino "The next day" di David Bowie, che riuscì a centrare il patria la prima posizione ma la mancò di una sola tacca oltreoceano.