I CD “anticopia” finiscono alla sbarra in Francia, dove un’associazione di consumatori, UFC-Que Choisir, ha citato in giudizio le case discografiche Warner Music ed EMI, nonché le catene commerciali Fnac e Auchan, per avere prodotto e venduto compact disc che a loro dire penalizzano gli acquirenti. <br> Il problema è ben noto anche in Italia: per contrastare la duplicazione selvaggia dei CD consentita dai masterizzatori e dai programmi per pc liberamente prelevabili da Internet, le maggiori etichette musicali hanno cominciato a pubblicare titoli dotati di sofisticati sistemi di protezione che, nella maggior parte dei casi, ne impediscono la duplicazione. Capita spesso, però, che quegli stessi dischetti non funzionino su tutti i tipi di riproduttori: nel caso specifico sollevato dall’associazione francese, su alcuni tipi di computer Mac e sui nuovi CD player auto che equipaggiano i nuovi modelli della Peugeot. UFC-Que Choisir sostiene che questi “lucchetti” elettronici al contenuto dei CD violano il diritto del pubblico di duplicare i dischi regolarmente acquistati, e ne ha richiesto l’immediato stop alla produzione. “Il problema non è la singola copia, ma sono le copie multiple”, ha replicato Herve Rony, presidente della SNEP, la maggiore associazione di discografici in Francia; secondo lui, i problemi di riproduzione citati da UFC riguardano un numero molto ridotto di titoli e vanno addossati ai produttori di hardware più che alle case discografiche. Più flessibile l’atteggiamento dell’organizzazione delle etichette indipendenti, UPFI: che si dichiara favorevole ai sistemi di protezione, “purché non restringano il diritto alla copia privata e non impediscano l’ascolto dei CD su tutte le piattaforme, compresi computer e autoradio”.