“Brogli e manovre sotterranee? Se è successo, me l'hanno fatta sotto il naso e io non me ne sono accorto”. All'altro capo del telefono c'è Mario Natale, direttore d'orchestra, produttore musicale e componente della giuria dell'Accademia della Canzone che ha selezionato quattro dei partecipanti all'edizione 2003 del Festival e che ieri (venerdì 13 giugno) è finita ufficialmente sotto inchiesta da parte della magistratura sanremese. A differenza di “colleghi” illustri come il condirettore di Sorrisi e Canzoni Rosanna Mani e Giancarlo Golzi, batterista dei Matia Bazar e direttore artistico dell'Accademia stessa, Natale è stato risparmiato dalla raffica di avvisi di garanzia che la procura della cittadina ligure ha fatto partire in giornata. E si dichiara tranquillo: “Mi sento in pace con la coscienza. Ho espresso i miei giudizi cercando di fare al meglio il mio lavoro. Come tutti gli altri, ho firmato dei verbali e posso dire, in tutta serenità, di non essermi mai accorto di episodi sospetti. Ne parlavo oggi con altre persone che hanno condiviso la mia esperienza, i giornalisti Antonella Condorelli e Dino Cassani: tutti siamo rimasti sbigottiti per quanto è successo. Certo, durante le votazioni può capitare che qualcuno ti inviti a prestare particolare attenzione alle qualità di un candidato. Ma succede in ogni genere di concorso, e nessuno mi ha condizionato o mi ha forzato nelle mie scelte”. <br> Natale è un veterano dell'Accademia e della giuria, di cui ha fatto parte già diverse volte in passato. “Con Angelo Esposito (l'organizzatore della Publimod)”, spiega, “ci conosciamo da tempo, e per circostanze del tutto fortuite: io e sua moglie, Lola Marini, siamo entrambi di Verona”. Il produttore ha partecipato alle fasi finali della selezione, dopo una scrematura che nelle quattro settimane preliminari aveva portato i candidati a ridursi da oltre 1200 a 120. “Li abbiamo ascoltati tutti, procedendo per ulteriori selezioni. Tutti nella stessa stanza, ma ognuno con una propria scheda di voto successivamente verbalizzata da un notaio. Le discussioni ci sono state; ma sui nomi più meritevoli (otto, da cui la Rai ne ha selezionati quattro) c'è stata unanimità”. <br> Tutto trasparente, allora? Possibile che non ci sia un fondo di verità, nelle testimonianze (numerose) di coloro che hanno denunciato di essere state vittime di truffe e tentativi di corruzione? “Chi lo sa, il meccanismo è piuttosto complesso, e cosa succede nelle selezioni regionali non è controllabile per intero da chi gestisce l'Accademia. Quattro posti in finale a Sanremo fanno gola a tutti, e può darsi che qualcuno abbia voluto mettere i bastoni tra le ruote a Esposito. Sono in tanti, a voler prendere il suo posto”.