La crisi di mercato serve almeno a questo: ad avvicinare le posizioni, spesso conflittuali nel recente passato, tra industria e commercio, case discografiche e rivenditori specializzati di musica. Le rispettive associazioni di categoria, FIMI (aderente a Confindustria) da un lato, ANCRA/Confcommercio, FISMED/Confesercenti e Vendomusica dall'altro, hanno firmato per la prima volta un protocollo d'intesa articolato in cinque punti, che toccano tutti i punti caldi del settore: riduzione della pressione fiscale (per l'equiparazione dell'IVA sui dischi a quella, ridotta, goduta dagli altri prodotti culturali), iniziative antipirateria anche di carattere preventivo (con nuove campagne di sensibilizzazione nei confronti dei consumatori), applicazione rigorosa in ambito comunitario delle norme anti-contraffazione anche in vista del prossimo ingresso di nuovi paesi membri nell'Unione, approvazione – durante la legislatura in corso – della “legge musica” destinata a tutelare e promuovere le attività musicali, promozione e realizzazione di ricerche e indagini di mercato su consumi di musica registrata e impatto delle innovazioni tecnologiche. <br> L'accordo programmatico impegna sotto questo profilo le associazioni firmatarie, proponendosi allo stesso tempo come promemoria sui problemi del settore nei confronti degli organi istituzionali, locali e internazionali, anche in vista dell'apertura del semestre di presidenza italiana della UE.