Un gruppo di parlamentari europei invoca una riforma radicale della legge sul copyright spingendo per una depenalizzazione del file sharing a uso personale. Amelia Andersdotter, Marietje Schaake e Pawel Zalewski, promotori dell'iniziativa, hanno organizzato per domani, 12 novembre, un evento a Bruxelles ("The case of text and data mining") con cui intendono riportare il problema al centro dell'attenzione. "L'Infosoc (nome abbreviato della direttiva europea sulla Information Society che contiene le disposizioni sul copyright) ha creato sul fronte delle licenze un orribile incubo che nessuno è in grado di penetrare", ha dichiarato a TorrentFreak la Andersdotter, rappresentante del Pirate Party svedese. "Chi fa uso della cultura - file sharer, dj, biblioteche, scuole - vive in un permanente stato di incertezza. E' estremamente difficile capire quali libertà e diritti abbiano coloro che utilizzano la cultura. Cosa è permesso e cosa no? Quando si corre il rischio di essere citati in giudizio? La legge deve rendere più chiare queste cose. Vogliamo una riforma della struttura del copyright che offra maggiore certezza del diritto a chi si serve di opere culturali. Si dovrebbero introdurre nel sistema meccanismi molto più flessibili, così da consentire un migliore accesso alla cultura a biblioteche, archivi online, ricercatori, educatori e persone con deficit visivi". "La depenalizzazione del file sharing", sostiene la ventiseienne parlamentare svedese, "dovrebbe essere ovviamente incluso nella riforma. Ne deriverebbe una forte riduzione della pressione negativa che oggi preme sui nuovi modelli di business online e sull'uso non commerciale delle opere". Quanto all'evento di Bruxelles, aperto al pubblico e diffuso in streaming via Internet, la Andersotter spera che "sia il primo passo in vista della costruzione a più lungo termine di una piattaforma di collaborazione tra membri del Parlamento che la pensano allo stesso modo e che hanno a cuore gli interessi del pubblico europeo. A partire dal prossimo anno avremo un nuovo Parlamento e una nuova Commissione, e dunque sono fermamente convinta della necessità di coordinarsi al più presto per assicurarsi che una maggiore certezza del diritto e una maggiore libertà nell'uso della cultura diventino la norma. Più che in qualunque altro momento della storia di Internet è importante costruire piattaforme comuni e condivise per favorire il dialogo e lo scambio culturale".