Dopo quasi due anni di trattative infruttuose, Google ha deciso di affidare a Nielsen il compito di misurare le visualizzazioni dei messaggi pubblicitari diffusi attraverso YouTube, aggiungendo un "tag" a ciascun video spot. La decisione, riportata dal Wall Street Journal, è stata presa la settimana scorsa dai vertici di Mountain View suscitando i commenti favorevoli degli analisti che vedono in questo cambiamento strategico un fattore probabilmente decisivo nel trasferimento di una quota importante di investimenti pubblicitari dalla televisione al video online. A seguito di un breve periodo di test, hanno spiegato i portavoce di Google, i tag di misurazione dovrebbero comparire su tutte le piattaforme di proprietà del gruppo a partire dai primi mesi del 2014. "Sappiamo che i nostri clienti desiderano entrare in possesso di misurazioni significative, e questo è il motivo per cui stiamo investendo in strumenti statistici brand-friendly . Contemporaneamente allo sviluppo di opzioni fornite da Google ci stiamo anche associando a leader di mercato come Nielsen e comScore per offrire alternative di misurazione obiettive, accreditate e fornite da soggetti terzi". I "tag" di Nielsen, spiega il Wall Street Journal, consentono alle aziende investitrici di monitorare in tempo reale la performance delle loro inserzioni online conteggiando il numero di persone che guardano gli spot e la frequenza con cui lo fanno, fornendo inoltre dati preziosi sul profilo demografico delle stesse (grazie anche a una partnership con Facebook, che condivide le informazioni riguardanti gli iscritti al social network). "Il rifiuto di Google di accettare i tag di Nielsen", spiega il giornalista Tom Pakinkis riportando il parere di alcuni media buyer, "aveva irritato gli inserzionisti soprattutto perché alcuni venditori non vogliono accettare le misurazioni delle pubblicità su YouTube fornite dalla stessa Google". Negli Stati Uniti, aggiunge il WSJ, la spesa pubblicitaria sulle piattaforme video online dovrebbe arrivare a 4,1 miliardi di dollari nel corso del 2013 con un incremento del 43 % rispetto al 2012 (dati di eMarketer); quella sugli spot televisivi, nello stesso periodo, dovrebbe crescere del 2,8 % a 66,3 miliardi di dollari.