La crisi del mercato discografico non sembra contagiare la musica classica, che in un anno ha visto anzi salire la sua quota di mercato sulle vendite di prodotti musicali dal 7 al 12 per cento. Lo rivela la FIMI, Federazione Industria Musicale Italiana, riportando i dati raccolti dalla società di revisione Deloitte e che, per i primi nove mesi dell'anno, segnalano per il settore una crescita di fatturato pari al 53 per cento (a fronte di un calo complessivo del 2 per cento nello stesso arco di tempo). "E' un dato che ci fa piacere di apprendere in via ufficiale ma che non ci coglie di sorpresa", ha dichiarato Mirko Gratton, direttore divisione Classica & Jazz di Universal Music, osservando che "nei primi dieci mesi di quest'anno Universal Music Italia, con le sue etichette leader Decca e Deutsche Grammophon, ha avuto un aumento di circa il 90 % del mercato fisico, oltre a un aumento notevolissimo nel segmento digitale, con un significativo consolidamento della sua quota di mercato". "Questa notizia", ha aggiunto, "rappresenta un bel segnale per questo Paese oltre che un'ulteriore conferma del fatto che esista una domanda di cultura, nonostante la crisi graffiante e nonostante la cultura musicale non sia sempre adeguatamente sostenuta". I dati raccolti da GfK per conto di FIMI segnalano come best seller classico di questi primi nove mesi dell'anno il "Viva Verdi - Ouvertures & Preludi" diretto da Riccardo Chailly e pubblicato da Decca.