Cifre esatte, per il momento, non ne sono state comunicate in via ufficiale (anche se il Wall Street Journal parla di un accordo da 2 milioni e mezzo di sterline), ma che la battaglia tra società di edizioni siata stata combattuta a cifre da sei zeri l'ha confermato Matt Pincus, fondatore e presidente della Songs Music, che dalla scorsa settimana, ad un roster che già include artisti del calibro di Nelly, Bright Eyes e Diplo, ha aggiunto anche il nome di Lorde: è stata aperta e senza esclusione di colpi, infatti, la guerra per aggiudicarsi i diritti sui brani della giovanissima cantante neozelandese, che grazie ai singoli "Pure heroine" e "Royals" è rapidamente balzata all'attenzione delle platee mondiali. In corsa, infatti, c'erano anche le società collegate alle due major più potenti presenti sui mercati mondiali, Sony e Universal, che tuttavia, alla fine, si sono viste costrette alla resa davanti all'accordo proposto da Pincus: "La decisione non è stata presa in base alla cifra proposta", ha puntalizzato il manager della giovane star, Tim Youngson, "Prima ancora di chiudere l'accordo, la Songs Music ha inserito tra le opzioni del contratto la possibilità di collaborare con altri autori". Versione, quella dell'agente, che confermerebbe quella offerta dallo stesso Pincus, che già considerava Lorde una sorvegliata speciale prima ancora che "Pure heroine" e "Royals" sbancassero nelle chart australiane, statunitensi e britanniche.