Preso atto delle condizioni critiche del mercato, anche Universal Music Italia si converte al credo dell' “outsourcing” dei servizi per concentrarsi sul “cuore” della sua attività, la produzione discografica. Conseguentemente, già dal 1° luglio, logistica, distribuzione e magazzino di Cinisello Balsamo (Milano) sono passati sotto il controllo dell'azienda specializzata Log Service Distribuzione, srl controllata da un gruppo europeo che ha tra i suoi clienti anche Warner Home Video e la casa discografica Warner Music (in Italia e in Francia, vedi News). <br> Il trasferimento di proprietà è stato effettuato preservando per intero i livelli occupazionali (poco meno di 30 addetti): “Si tratta sempre di passaggi traumatici, ma in questo caso siamo lieti di poter dire che il personale è stato assorbito tutto dalla Log Service, con gli stessi contratti e le stesse retribuzioni di prima”, ha spiegato a Rockol Piero La Falce, presidente e amministratore delegato di Universal Music. “Anche il magazzino resterà lo stesso, e gestirà lo stesso prodotto: praticamente non c'è stata interruzione di attività. L'unica differenza”, aggiunge La Falce, “è che quello che prima era un servizio fornito dalla casa discografica ora è diventata un'azienda a sé stante, che distribuirà dischi, spero tanti, ma magari anche altri prodotti”. <br> La Universal è una delle ultime major, in Italia e all'estero, a prendere la strada dell' “outsourcing” dei servizi di logistica e distribuzione (la Sony italiana gestisce tuttora un proprio magazzino, che distribuisce anche video e giochi): “Abbiamo tentato di resistere e di fare un accordo con le nostre consorelle ma non è stato possibile”, spiega La Falce. “Con un mercato in flessione, abbiamo dovuto fare in modo di trasformare in costo variabile quello che era un costo fisso per l'azienda e convergere tutte le nostre attenzioni sulla musica, sulla ricerca e lo sviluppo dei talenti”. “Questa sarà la tendenza per i prossimi 3-4 anni”, secondo il presidente Universal. “Poi, ne sono più che convinto, il mercato riesploderà perché la domanda e il consumo di musica non sono mai stati così forti. A quel punto sarà emersa una discografia diversa, nella mentalità e anche nelle strutture”.