Chiude bottega, nel Vecchio Continente, MP3.com, sito antesignano della musica on-line (con un ricco corollario di guai giudiziari) sotto la guida di Michael Robertson, poi ripulito dalla sua immagine “fuorilegge” con il passaggio di proprietà alla major Vivendi Universal (divisione Internet). <br> La Web company, che sotto l’egida di Universal era diventata un distributore autorizzato di file MP3, promuovendo musicisti già popolari così come artisti senza contratto, cesserà l’attività in tutta Europa a partire dal prossimo 8 agosto: due anni fa, MP3.com aveva aperto sedi in Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna, Olanda e Italia. Un comunicato diramato dalla società ha spiegato che la decisione di interrompere il servizio “è il risultato di un accelerato programma di ristrutturazione all’interno del gruppo”. <br> Le origini di MP3.com risalgono al novembre del 1997, quando il sito americano si impose all’attenzione dei Web surfer come impresa totalmente indipendente dall’industria discografica nata per cavalcare la crescente popolarità dell’omonimo formato di compressione audio. In seguito ad una serie di battaglie giudiziarie con l’industria discografica che la portarono sull’orlo della bancarotta venne acquistata, nell’agosto del 2001, da Vivendi Universal, che l’ha rilanciata come servizio legale arricchendone contemporaneamente i contenuti (informazioni tecniche e musicali, Internet radio, CD-burning). I recenti sviluppi del tumultuoso mercato della musica digitale e la necessità di razionalizzare gli investimenti hanno tuttavia consigliato alla multinazionale di fare un passo indietro rispetto agli ambiziosi programmi europei intrapresi nel 2001.