Terminato - piuttosto misteriosamente e in modo brusco - il rapporto professionale con AEG Live di cui era presidente e amministratore delegato, Randy Phillips (assurto alle cronache nel corso del processo relativo alla morte di Michael Jackson) ha dichiarato a Billboard di essere orgoglioso del suo lascito. "Ho fatto un regalo all'industria musicale, nel senso che oggi c'è un'alternativa all' unico acquirente che esisteva in precedenza", ha spiegato facendo riferimento implicito al diretto concorrente di AEG, Live Nation. "Ho dato all'industria una vera alternativa sostenibile. Questa è la mia eredità, ed è la migliore che potessi lasciare". "Ho concluso un percorso durato 13 anni con il miglior anno di sempre della società", ha aggiunto, "lavorando con ottime persone che ho addestrato e consigliato. Avevo un ottimo contratto che è stato onorato e che è stato terminato senza causa, dunque la vita è bella. Volevano cominciare l'anno nuovo con la riorganizzazione, e questa decisione gli lascia tempo per pensarci durante le vacanze. C'è anche il fatto che la mia era una presenza molto ingombrante, e il problema dell'identità dell'azienda. Qual è il momento migliore di disfarsi di un re? Appena prima delle vacanze. Quando arriva il lunedì, è tutto nuovo". Phillips, che evidentemente non soffre di scarsa autostima, ha anche anticipato a Billboard qualcosa a proposito dei suoi programmi futuri: "Al momento i miei legali stanno trattando con la società per lasciarmi la maggior libertà possibile nel prossimo capitolo della mia vita. Ho ricevuto un numero spropositato di manifestazioni di affetto e di e-mail grazie al lavoro che ho fatto. Il processo è alle mie spalle e sto cercando di immaginare quale sarà il prossimo capitolo, a come costruire una trappola più efficace nel mondo sempre cangiante dei media in cui ci troviamo a vivere". "Que che farò", ha concluso, "avrà probabilmente a che fare con il management, l'organizzazione dei tour e il marketing. So che lo dicono in tanti, ma avendo alle spalle un'esperienza di gestione di una grande società durata tredici anni so bene cosa funziona e cosa no. Se c'è qualcosa che ho imparato da questa esperienza è avere un buon occhio e la capacità di ingaggiare persone in gamba e seguirne la crescita. Questo è quel che mi lascio alle spalle ed è la cosa più triste, anche per loro. Ma la vita va avanti, e in fin dei conti si trattava di un lavoro, non della mia esistenza".