Il Nuovo Imaie, ente mutualistico che rappresenta quasi 400 mila artisti tra attori, doppiatori, cantanti, musicisti e direttori d'orchestra nella gestione dei diritti connessi, ha annunciato ieri a Roma un accordo con l'omologa società di collecting statunitense Sound Exchange, in base al quale riscuoterà direttamente i proventi relativi ai diritti connessi maturati dai suoi associati negli Stati Uniti. Nella stessa occasione il presidente dell'ente Andrea Miccichè è tornato sulla questione della liberalizzazione del mercato e sui suoi presunti guasti, da lui denunciati di recente alla magistratura con un'istanza di blocco cautelativo dei compensi e illustrati con una lettera aperta alle istituzioni pubblicata a pagamento sul Corriere della Sera. "La liberalizzazione, attuata dal governo Monti, nel settore dei diritti connessi ha impedito in questi due anni il corretto funzionamento del mercato, danneggiando gli artisti e minando quelle tutele che, non gravando né sullo stato né sulle tasche dei cittadini, erano patrimonio comune per un settore così rilevanti per la vita del Paese", ha ribadito nella conferenza stampa di ieri Miccichè. "Le nostre proposte", ha continuato il presidente Nuovo Imaie, "non sono certo contro la concorrenza, ma sono ispirate alle best practice europee nel settore, che prevedono un unico soggetto che, in rappresentanza delle collecting che operano in competizione e compartecipato da queste, nell'interesse di tutti e sotto la vigilanza degli organi preposti raccolga e distribuisca i compensi derivanti dai diritti connessi".