L’industria del disco traballa terribilmente in tutto il mondo, Regno Unito compreso: dove però, con le major in crisi di identità e di risultati, ci sono quantomeno le etichette indipendenti ad incaricarsi di salvare il salvabile. <br> Uno studio della Association of Independent Music (AIM) conferma: il 40 % degli artisti che hanno ottenuto un disco di platino in Gran Bretagna nell’ultimo anno (300 mila album venduti o più), 5 su 13, sono sotto contratto diretto con una “indie”: si tratta degli Ash (etichetta Infectious), dei Muse (Mushroom), di Craig David (Wildstar), delle Liberty X (V2) e di Fatboys Slim (Skint). Non è tutto, perché la quota di artisti indipendenti raggiunge il 31 %, 9 su 29, tra coloro che hanno ottenuto un disco d’oro (100 mila album venduti: tra questi gli americani White Stripes, e poi Elbow, Paul Weller, Feeder e Badly Drawn Boy) e il 33,3 % (8 su 24) tra quelli premiati con il disco d’argento (60 mila pezzi). “E’ la prova”, ha osservato il presidente dell’AIM Alison Wenham, “che il settore indipendente è la vera forza che sta dietro il successo e la sopravvivenza dell’industria della musica popolare britannica”.